Dopo venti mesi di didattica modulare a casa, migliaia di bambini sono tornati nelle loro classi. Adesso, tutti i Paesi hanno riaperto le scuole dall‘inizio della pandemia. Attraverso il lancio di un programma pilota, 120 scuole filippine hanno ri-iniziato le lezioni in presenza. Secondo il rapporto di settembre 2021 dell’UNICEF “Istruzione interrotta” le Filippine sono tra i sei Paesi al mondo in cui le scuole sono rimaste “quasi completamente chiuse” tra marzo 2020 e 30 luglio 2021 e sono l’ultimo Paese in assoluto a riprendere le lezioni in classe. I bambini filippini hanno anche dovuto affrontare dure restrizioni, compresa quella che vietava loro di giocare all‘aperto o negli spazi pubblici.

La chiusura prolungata delle scuole ha sicuramente avuto un impatto importante sullo sviluppo dei bambini e sulla loro salute mentale. A causa delle varie restrizioni i genitori non potevano spostarsi per lavoro o dovevano rimanere a casa per aiutare i figli nelle attività scolastiche. Questo ha comportato enormi difficoltà per loro, tra cui la mancanza di cibo e l’impossibilità di prendersi cura della salute e crescita dei propri figli. La scuola è l‘unico luogo in cui i bimbi sono seguiti, dove si possono costruire un futuro diverso, o almeno sperarlo, rispetto a quello dei propri genitori. Il rischio è che perdano interesse per la scuola o siano costretti ad abbandonarla. In questo momento così difficile, abbiamo continuato ad occuparci dei bambini più svantaggiati e delle loro famiglie. Non soltanto attraverso il programma di adozione a distanza che permette loro di essere seguiti e sostenuti in tutti i loro bisogni, compresa l’istruzione, ma anche attraverso la distribuzione di medicine e pacchi alimentari di emergenza.

La situazione sanitaria sembra migliorata: i casi di Covid-19 nelle Filippine stanno diminuendo, gli ultimi giorni hanno visto una media di 2.065 casi. Circa un terzo della popolazione è stato completamente vaccinato.