Comunicato condiviso da un gruppo di associazioni pistoiesi del terzo settore.
Ultimamente si parla più di guerra che di pace. Sembra che tutti i politici, i militari e gli addetti ai lavori, con l’eccezione di Papa Francesco, facciano a gara a buttare benzina sul fuoco e a portarci passo dopo passo sempre più vicini alla catastrofe finale.
Una guerra, quella fra Russia e Ucraina, che ha origini lontane ma che è fra quelle più pervicacemente cercate, provocate e alimentate da molto tempo in qua.
Intendiamoci subito, la Russia ha attaccato l’Ucraina e quindi è colpevole di aver usato la forza per prima e di cercare di distruggere un Paese sovrano, ma si deve riconoscere che è stata ampiamente provocata e portata all’opzione militare.
Le grandi potenze hanno sempre avuto delle sfere di influenza che venivano rispettate dalle potenze rivali e sicuramente i Paesi dell’ex URSS ricadono fra quelli in cui l’influenza russa ha origini storiche ben precise.
Nel dicembre del 1991 l’URSS si dissolse ufficialmente e negli anni seguenti i capi dei governi russi, Gorbaciov, Yeltsin, Putin, furono più volte rassicurati dai capi dei governi occidentali, e in particolare dai presidenti americani Bush senior e Clinton, che la Nato non si sarebbe mai espansa un centimetro oltre l’Oder, il fiume che segna il confine fra Germania e Polonia.
Sappiamo tutti com’è andata a finire: la promessa non è stata mantenuta e la Nato ha inglobato via via i tutti i Paesi dell’est europeo, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria, Romania per finire poi con Estonia, Lettonia e Lituania.
L’alleanza occidentale, invece di sciogliersi negli anni ’90 come avrebbe dovuto perché era nata per difendersi dal disciolto Patto di Varsavia, si è addirittura data nuovi e più ambiziosi orizzonti e al vertice di Madrid il 28-30 giugno 2022 ha adottato una nuova strategia globale allargandosi oltre che all’Est Europa anche all’Estremo Oriente in funzione anti Cina.
Nel frattempo la Russia, da partner strategico degli Usa e candidata addirittura in certi momenti ad entrare nell’Unione Europea, è passata a Paese rivale ed ora addirittura nemico.
Detto questo, allora dobbiamo chiederci perché ora anche l’Ucraina sia candidata ad entrare nella Nato.
Ci domandiamo: se il Messico avesse cercato di stipulare un’alleanza militare con la Russia gli USA cosa avrebbero fatto? Sarebbero rimasti a guardare o, come purtroppo l’esperienza passata ci ha dolorosamente insegnato in Cile, Argentina, Panama, El Salvador, e qui ci fermiamo ma la lista potrebbe continuare a lungo, sarebbero intervenuti direttamente o indirettamente installando al potere feroci dittature amiche?
Se abbiamo ancora un minimo di onestà intellettuale e giudichiamo i fatti per quello che sono, cosa che i media occidentali sembra abbiano perso la capacità di fare, non possiamo non vedere come i Paesi cosiddetti occidentali abbiano avuto e stiano avendo un atteggiamento molto aggressivo nei confronti della Russia e di diversi altri Paesi.
Qual è l’obiettivo? Arrivare a Mosca? Far cadere Putin? E se dopo di lui a sostituirlo fosse chiamato un individuo ancora peggiore o un militare?
Tutto questo sembra non preoccupare la Nato, ma anzi si fa a gara nel fornire all’Ucraina, che naturalmente ha tutto il diritto e il dovere di difendersi, chi i carri armati Leopard (Germania), chi i mig 29 (Polonia), chi svariati tipi di armi (Italia), fra cui missili terra aria, missili anticarro, veicoli blindati, ecc. senza tenere conto del rischio di una possibile escalation fino ad arrivare all’opzione nucleare, perché, ricordiamocelo, la Russia è una potenza nucleare. Vedi www.today.it/mondo/armi-italia-ucraina-nato-russia.html per notizie più dettagliate.
Il Regno Unito minaccia di inviare anche proiettili all’uranio impoverito che, come abbiamo già visto nella guerra dei Paesi della ex-Jugoslavia, inquinano pesantemente il terreno e hanno causato morti ad anni di distanza anche fra i soldati occidentali, italiani compresi, alle famiglie dei quali si vuole poi negare ogni risarcimento.
Era così difficile, illogico e inaccettabile garantire alla Russia che l’Ucraina sarebbe rimasta neutrale adottando il modello finlandese che per più di 70 anni ha funzionato in modo egregio? Avremmo evitato centinaia di migliaia di morti e dolori immensi alla popolazione Ucraina e a quella Russa ma certo la politica di potenza dell’occidente ne avrebbe risentito. Non avremmo potuto esportare la democrazia in Ucraina come è già stato fatto in passato con Afghanistan, Iraq, Libia, Siria ecc. Ma l’obiezione che viene fatta è che era il popolo Ucraino a chiederlo e come potevamo dire loro di no!
Certo anche il popolo cileno, quello argentino, salvadoregno o libico sarebbero stati felici di essere consultati per sapere se avrebbero gradito delle feroci dittature militari ma purtroppo non ci fu tempo di sentirli. Possiamo poi chiedere alle donne afgane quali siano stati i risultati di una guerra di liberazione durata venti anni (2001-2021), che ha causato secondo varie stime da 170.000 a 240.000 morti, fra cui 53 soldati italiani. Vedi https://www.ilgiorno.it/mondo/guerra-afghanistan-morti-soldi-1.6750580 o https://www.emergency.it/comunicati-stampa/guerini-su-afghanistan-emergency-il-frutto-di-20-anni-di-guerra-sono-almeno-241-000-vittime/.
Ma, voi ci direte, che c’entra tutto questo con le nostre organizzazioni? Perché questo polemico e duro intervento contro la guerra in Ucraina e il suo sostegno da parte della Nato?
C’entra; c’entra perché nel frattempo i popoli dei Paesi liberati, dove abbiamo esportato la democrazia con le guerre, sbarcano in massa sulle nostre coste per cercare un minimo di condizioni di vita accettabili e di speranza nel futuro. Contemporaneamente il governo italiano aumenta le spese militari cercando di portarle al 2% del PIL e sottraendo così risorse preziose ad un Paese, l’Italia, in cui l’emergenza è ormai la normalità: basta vedere cosa succede nei pronto soccorso degli ospedali, osservare la mancanza di asili nido, la carenza di medici, infermieri ed insegnanti, il caos nell’assistenza ai migranti. Per quest’ultimo argomento vedasi articolo su La Nazione del 27 marzo 2023 e https://www.vita.it/it/article/2023/03/27/sbarchi-record-e-naufragi-ma-per-il-governo-la-colpa-e-delle-ong/166264/ .
C’entra perché il costo di alimenti fondamentali per l’alimentazione umana, come ad esempio il grano, ma anche molti altri prodotti, è aumentato moltissimo mettendo in crisi i Paesi più dipendenti dalle esportazioni russe e ucraine. Vedi per informazioni più dettagliate https://lavoce.info/archives/94038/rincari-degli-alimentari-il-prezzo-della-guerra/ .
C’entra perché i costi dell’energia si sono incrementati a dismisura mettendo in crisi famiglie e imprese, alcune delle quali hanno dovuto addirittura sospendere l’attività.
Le nostre organizzazioni, come molte altre no-profit, hanno dovuto così destinare risorse sempre più rilevanti ad aiuti di emergenza per migranti, famiglie in difficoltà o persone con seri problemi di sicurezza personale, quasi sempre donne che, vittime della violenza dei loro compagni, in situazioni economiche precarie non riescono a liberarsi da legami tossici.
Da una parte, quindi, spendiamo risorse per la guerra e dall’altra non riusciamo a garantire servizi essenziali alla popolazione: da qui l’intervento sempre più massiccio degli enti no-profit, il cosiddetto terzo settore, che suppliscono dove l’intervento dello Stato è carente.
Siamo molto preoccupati che la situazione militare possa sfuggire di mano e che la guerra fra Russia e Ucraina possa allargarsi ad un vero e proprio conflitto fra Occidente e Russia, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare.
I signori della guerra, però, questi pazzi che ci stanno portando sempre più vicino al punto di non ritorno, vanno avanti per la loro strada, incuranti dei pericoli e, al contrario, molto soddisfatti per le commesse e i guadagni che le industrie degli armamenti stanno ottenendo.
La narrazione che viene fatta è che noi siamo i buoni che lottiamo contro il male, in quest’ultimo caso rappresentato dalla Russia e da Putin e prima di loro da tanti altri Paesi che hanno avuto il solo torto di voler decidere il proprio futuro da soli. I buoni che si sono resi responsabili di crimini di guerra efferati, vedi Abu- Ghraib https://www.ilpost.it/2014/04/28/abu-ghraib/ e per approfondimenti https://www.lindipendente.online/2022/03/05/loccidente-ha-un-concetto-del-tutto-strumentale-dei-crimini-di-guerra/.
Anche il carcere di Guantanamo è un chiaro esempio di rispetto dei diritti umani, vedi https://www.avvenire.it/mondo/pagine/guantanamo-ventennio.
L’occidente chiede però la cattura e la condanna di Putin per crimini di guerra e contro i diritti umani: provvedimento giusto se i crimini sono provati, ma da che pulpito viene la lezione!
L’insegnamento che dobbiamo trarre da tutto questo è che non esistono buoni e cattivi, guerre per la democrazia e guerre contro il male: esistono solo gli interessi delle grandi potenze che vengono perseguiti con ogni mezzo, prima con la politica, poi con le operazioni coperte dei servizi e, in ultimo, con le guerre che vengono spacciate a seconda dei casi come “di liberazione”, “per la democrazia”, “contro il male” e così via.
In questo scenario il ruolo di Paesi come l’Italia è quello che gli imperatori romani riservavano agli stati vassalli: partecipare alle guerre di conquista con contingenti di soldati e spiegamento di mezzi militari che diano l’impressione di una coalizione di Paesi che lottano per uno scopo comune, salvo poi scaricare sui medesimi alleati i fastidiosi effetti collaterali costituiti dai popoli in fuga che cercano un futuro per sé e i propri figli.
Tutto questo sta accadendo oggi, ora, ma il meccanismo ormai è chiaro: i protagonisti non più credibili e soprattutto il re è nudo.
Quello che fate, deve essere chiaro, NON LO FATE IN NOSTRO NOME!
Noi vogliamo la Pace, desideriamo vivere in un mondo in cui non si debba assistere ogni giorno a eccidi, attentati, guerre.
Non siamo né filorussi né pro Putin, un dittatore che ha perso ormai il contatto con il proprio Paese e si è reso responsabile di crimini e di centinaia di migliaia di morti, ma abbiamo ancora un cervello con cui ragionare.
Speriamo che questo messaggio susciti un dibattito, che ci siano numerosi altri interventi, che sollecitiamo, sull’argomento. Non possiamo essere trascinati in guerra nel silenzio del governo e delle forze politiche, senza che gli italiani siano stati informati di quello che sta succedendo e che le responsabilità siano ben chiare.
Pistoia, 19 maggio 2023
365GiornialFemminile APS
ANPI Pistoia – Comitato Provinciale
Arcobaleno ODV
Associazione Culturale Antonio Gramsci Odv
Centro "Don Lorenzo Milani" Pistoia
Ente Camposanpiero
Fondazione Un Raggio di Luce Onlus
In Cammino Coop. Sociale
Legambiente Circolo di Pistoia
L’Incontrario APS
Parrocchie di Vicofaro e Ramini
Raggi di Speranza In Stazione ODV
Per chi fosse interessato a un approfondimento consigliamo
"L‘Europa in guerra" di Fabio Mini
"Come l‘Occidente ha provocato la guerra in Ucraina" di Benjamin Abelow
"Attacco all‘Europa-l‘altra faccia della guerra in Ucraina" di Marco Pizzuti
"Il fronte russo" di Luca Steinmann
"Scemi di guerra" di Marco Travaglio
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