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30/08/2024Chi è l‘attivista nepalese Radha Paudel

In venti anni di attività la Fondazione Un Raggio di Luce ha avuto la possibilità di conoscere e intessere molte relazioni con importanti personalità che si battono per i diritti e la dignità delle persone.

È il caso del Nepal dove la Fondazione opera sin dal lontano 2006 con azioni progettuali che mirano a rafforzare il ruolo delle donne e a promuovere la parità di genere, con azioni di formazione e informazione rivolte a tutta la cittadinanza.  

In alcune zone del Nepal, sono ancora praticate forme di discriminazione mestruale  e per questo le donne con il ciclo sono considerate impure e tenute lontano dal resto della comunità.

Tale reclusione purtroppo può finire in tragedia: molte donne nepalesi, infatti, sono morte perché morse da un serpente, intossicate dal fumo del fuoco acceso per riscaldarsi o addirittura bruciate perché ha preso fuoco la capanna.

Radha Paudel si batte contro ogni forma di discriminazione mestruale.

E‘ infermiera, attivista e scrittrice a capo della Radha Paudel Foundation e del Global South Coalition for dignified Menstruation che abbiamo conosciuto ben 11 anni fa grazie ai nostri progetti in loco.

Radha ha dedicato la sua vita per dare dignità alle mestruazioni in senso lato. Per lei, mettere al centro le mestruazioni significa accettare le nostre differenze e ribadire così eguaglianza e giustizia sociale per tutti.

Non molto tempo fa, abbiamo avuto il piacere di ricevere sue notizie e in una lunga e interessante video intervista ci racconta la sua storia, la sua missione e i risultati raggiunti in tutti questi anni.

Riportiamo qui di seguito la traduzione:

“Permettetemi di condividere brevemente la mia storia.

Sono venuta a conoscenza degli abusi di genere, delle restrizioni mestruali e dello stigma da mia madre, quando avevo 7 anni.

In seguito, ho continuato a saperne di più dalle mie sorelle, amici e vicini di casa. Mia madre, le mie sorelle e le donne vicine, si sono sempre considerate impotenti, svantaggiate e inferiori agli uomini, durante le mestruazioni. A quel punto ho iniziato a piangere e a pregare Dio di cambiare il mio sesso e farmi diventare un maschio, perché non mi piaceva l’idea di dover vivere come una ragazza, visto che avrei dovuto subire tutte queste pratiche malsane, l’isolamento, la discriminazione, la sottomissione in ogni momento.

Ero così traumatizzata che ho tentato il suicidio a 9 anni circa. Fortunatamente il tentativo è fallito ma ho continuato la mia lotta per la dignità mestruale. Sono addirittura scappata di casa per cinque giorni, quando ho avuto le mestruazioni per la prima volta, perché non avevo intenzione di seguire le pratiche tradizionali legate alle mestruazioni, come avevano fatto mia madre e le mie sorelle prima di me.

L’anno successivo, per coincidenza, ho iniziato la scuola per diventare infermiera. Lì ho imparato il senso delle mestruazioni, che fa esistere l’universo e quello che significa per la nostra nascita, inclusa quella dei maschi. Da allora, ho iniziato a parlare riguardo alla dignità mestruale.

Tuttavia, non è stato semplice. Ho avuto esperienza di svariate accuse nei miei confronti, esclusione sociale, incluso minacce di morte in Nepal. Sorprendentemente anche rappresentanti di Paesi Sviluppati e di grandi Organizzazioni, mi hanno accusato di essere una radicale, affermando che le mie richieste erano irrilevanti e mi hanno boicottato in importanti opportunità. Solo per essermi battuta per la dignità mestruale, ho lavorato in situazioni veramente difficili in termini di supporto morale e materiale. La dignità mestruale è fortemente a rischio anche al giorno d’oggi.

Nonostante queste difficoltà, ho guidato il consorzio globale chiamato Global South Coalition for Dignified Menstruation e la Radha Paudel Foundation e mi sono impegnata a cambiare la mentalità dei Paesi donatori, le Agenzie delle Nazioni Unite, Università, Organizzazioni private ad investire maggiormente nel rendere degne le mestruazioni attraverso ricerca, formazione, pubblicazioni, conferenze e la consacrazione di una giornata dedicata alla dignità mestruale, ovvero l’8 dicembre, a partire dal 2019. Questo perché rendere degne le mestruazioni è un approccio inclusivo, innovativo, olistico e trasformativo per raggiungere l’eguaglianza di genere in senso lato, migliorare la salute e i di diritti riproduttivi e sessuali, prevenire la violenza domestica, inclusi i matrimoni precoci, e persino migliorare la giustizia climatica.

Il movimento per la dignità mestruale è attualmente focalizzato soprattutto sulla riproduzione, il WASH (acronimo di Water, Sanitation and Hygiene n.d.t.) per prevenire il rischio di morte o gestire le mestruazioni. Per la Global South Coalition for Dignified Menstruation queste tematiche sono importanti, ma non sufficienti a garantire la dignità mestruale. Non sono sufficienti a smantellare tutta la struttura di discriminazione mestruale. (…)

Anche al giorno d’oggi, molte ragazze, donne, trans e queer che sono natƏ con utero e ovaie stanno sperimentando atti di discriminazione mestruali grandi e piccoli in 5000 modi e magnitudini diversi in ogni parte del mondo. Vivono, o gli è imposto di vivere, in condizioni indegne, umilianti in povertà e senza potere. E questo non solo per i cinque giorni del ciclo, ma per tutto l’arco della vita mestruale, inclusa la menopausa.

È importante sottolineare come la discriminazione mestruale giochi un ruolo fondamentale nel costruire e perpetrare il potere del patriarcato e causi un circolo vizioso che colpisce tutta la vita di chi ha le mestruazioni. Questa discriminazione non è solo un fatto privato o un problema delle donne, ma è un problema macro-economico, politico che riguarda la giustizia climatica, l’educazione, la salute, lo sport e così via, perché non possiamo immaginare che ci sia un posto senza persone che hanno le mestruazioni.

Prendiamo per esempio il Bangladesh., dove un report ha rivelato che il 70% delle donne è costretto a prendere giorni di ferie non retribuite a causa delle mestruazioni. Potete immaginare cosa ne consegue per lo status economico delle donne, per il loro ruolo. In Kenya, una ragazzina di 14 anni si è suicidata nel 2019 dopo essere stata presa in giro dai compagni di scuola per aver avuto la prima mestruazione a scuola, anche se il Governo kenyano aveva cominciato a distribure assorbenti alla popolazione sin dal 2017. Capite bene, che il “protocollo mestruale” usuale ha fallito nello smantellare la discriminazione mestruale. In Gran Bretagna, secondo un Report di Plan International del 2021, circa 2.000.000 di ragazzine hanno perso giorni di lavoro o studio a causa di una mancanza di preparazione adeguata sul tema mestruale o per lo stigma legato ad esso. Vedete che la discriminazione mestruale è un problema dalle molte facce. Non è solo la causa diretta di violenza di genere, ma anche di molte altre forme di violenza, inclusa quella dei matrimoni precoci.

È anche una violazione dei diritti umani in senso lato.

Io personalmente, anzi tutti noi, abbiamo fallito nel riconoscere il ruolo della discriminazione mestruale nel perpetrare la violenza di genere e il patriarcato. Molti attori internazionali non hanno discusso il tema, per paura o nel nome della religione, per non offendere le culture, la povertà e perché la consideravano una questione privata delle donne e così via. (…)

Se ci concentriamo solo su come gestire le mestruazioni, o solo sul distribuire assorbenti, o costruire i bagni e installare fonti d’acqua senza accettare il principio delle mestruazioni degne, i vostri assorbenti, bagni e rubinetti non saranno usati da chi ha le mestruazioni, a causa della discriminazione.

Se invece lavorerete attraverso la lente delle mestruazioni degne, ci sarà un impatto moltiplicato in mille modi. Per cui, non esitiamo a includere il principio delle mestruazioni degne nei vostri programmi. E diffondete il principio nelle scuole, nelle famiglie, nelle comunità, sul posto di lavoro. Perché il principio è innovativo, inclusivo, trasformativo per tutto il settore dell’eguaglianza di genere, inclusa la giustizia climatica. Ad oggi, nessuna politica volta all’eguaglianza di genere tiene conto della discriminazione mestruale e della menopausa, né nelle scuole, né nelle famiglie, né nelle comunità, non sul posto di lavoro e nemmeno nei parlamenti. L’urgenza di riconoscere dignità alle mestruazioni è ignorata sia nel campo dei diritti umani che in quello dello sviluppo. Qui vorrei anche modestamente ricordare che le mestruazioni degne non sono un affare privato, ma di diritti umani. C’è ancora molto da fare: capacity building, media e policy advocacy, a livello locale, regionale, nazionale e globale. Vi invito a riflettere sull’urgenza di rendere le mestruazioni degne, sempre, a prescindere da dove vi troviate, quale livello di istruzione abbiate o quanto siate benestanti. (…)

Approfitto di questa opportunità per invitare tutti voi a celebrare la “VI Giornata internazionale delle mestruazioni degne” il prossimo 8 dicembre. Quest’anno il tema sarà “Supportare le mestruazioni degne e i diritti alla salute sessuale e riproduttiva”. Per quest’anno stiamo organizzando un evento a Boston, negli Stati Uniti. Siete calorosamente invitati a partecipare.”

Noi della Fondazione siamo felici di averla incontrata e conosciuta di persona: il nostro grande grazie va a lei e al suo staff per l’immenso lavoro fatto.

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Amore è la luce dello spirito Quando abbiamo bisogno della luce? Non durante il giorno, ma quando regna la notte. Allora ci occorre una lampada, una fiamma, la luna. Fate del vostro meglio per portare luce e amore nella vita di coloro che incontrate.

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