Care amiche e amici,
ci troviamo ad affrontare una battaglia fondamentale con le forze che vogliono portare il mondo in guerra e che in questo momento sembrano non trovare ostacoli nel loro percorso di distruzione e di morte.
Ma non è così: la maggior parte delle persone è angosciata da quello che vede accadere e desidera soltanto poter vivere in pace e sapere che anche gli altri popoli, nessuno escluso, hanno questa possibilità.
Abbiamo partecipato alla manifestazione contro il riarmo a Roma il 21 giugno scorso e abbiamo visto quanto la pace e la concordia fra i popoli sia la cosa più desiderata, il sogno di tutti.
Al vivere in pace, al dare un futuro dignitoso all’umanità si oppongono le forze che da tempo hanno lanciato la loro offensiva per ottenere il dominio delle fonti energetiche e ridurre il resto del mondo ad un luogo dove uomini, donne e bambini possano solo elemosinare un po’ di cibo e annullare la loro volontà in cambio di una sicurezza concessa dall’alto.
Questo non è il mondo che vogliamo per i nostri figli e nipoti, ma per evitare che questa prospettiva si realizzi dobbiamo lottare, e farlo duramente, per portare avanti l’alternativa di un pianeta libero da fame, guerre ed élite che concentrano sempre di più potere e ricchezza nelle loro mani.
È palesemente sotto gli occhi di tutti come dalla prospettiva di un mondo pacifico e senza guerre, quale poteva essere quello dopo il crollo dei blocchi contrapposti conseguente al crollo dell’Unione Sovietica, si sia passati a cercare pervicacemente lo scontro e la lotta contro nuovi nemici.
Ma poiché questi ultimi erano ormai in via di estinzione, il cosiddetto “Occidente” ha dovuto crearne ad arte di nuovi per poter terrorizzare la gente e proclamare via via nuove emergenze.
Ecco allora l’11 settembre e tutte le guerre che sono seguite in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, la cosiddetta WOT, War On Terror, la continua lotta contro il terrorismo, l’attuale guerra in Ucraina, Gaza, Iran.
Quando poi la violenza non bastava ci si è preoccupati di creare crisi sanitarie globali, quali l’emergenza COVID e quelle minacciate di altre letali malattie.
Naturalmente i mezzi di comunicazione di massa, i cosiddetti mainstream, sono lo strumento di persuasione che quotidianamente fa sentire la voce del padrone e bombarda chi li segue con una narrazione e una rappresentazione della realtà piegata agli interessi di chi muove le leve del potere.
A tutto questo però possiamo reagire in vari modi.
Prima di tutto prendendo pienamente coscienza dei meccanismi, occulti e palesi, che vengono utilizzati per renderci innocui e poi adottando comportamenti di resistenza civile organizzata.
Avete mai pensato a cosa succederebbe se, improvvisamente, le persone tutte insieme spegnessero i loro televisori? Sarebbe un atto rivoluzionario: il panico si diffonderebbe fra i gruppi di potere perché comincerebbe a crollare il loro potere di persuasione, verrebbe meno uno dei pilastri della propaganda che quotidianamente consente loro di narcotizzare la mente delle persone.
E se invece di cercare il piccolo risparmio, la furbata di chi si sente più avanti agli altri, smettessimo di comprare sul web e tornassimo a frequentare i negozi di quartiere, a comprare quello di cui abbiamo bisogno, non i prodotti per i bisogni indotti dalla pubblicità di cui possiamo tranquillamente fare a meno, guardando in faccia una persona, chiedendo un consiglio, scambiando due parole?
Sono comportamenti che possiamo attuare immediatamente, senza alcun danno se non quello di un piccolo aggravio economico che verrebbe ampiamente compensato dall’aumento della qualità della nostra vita.
I centri storici delle città tornerebbero a vedere molti più negozi aperti, piccoli locali attivi e lo spopolamento verrebbe fermato.
Tutto questo non significherebbe un ritorno ad un passato non più sostenibile ma, al contrario, sarebbe un segnale di enorme importanza dato al “Sistema”: non ci riconosciamo più nei vostri valori, non accettiamo più di essere comandati come soldatini e riempire di soldi i vostri bilanci affinché un’infima percentuale di super ricchi possegga più ricchezza di miliardi di persone.
Dobbiamo guardare in faccia la realtà. Con il riarmo, la spesa militare portata al 5% del Pil, non ci saranno più risorse per servizi essenziali come sanità, istruzione e cultura, difesa dell’ambiente, lotta al cambiamento climatico, energie rinnovabili. E una volta prodotte le armi, costruiti i carri armati, le navi, gli aerei, tutti questi strumenti di morte saranno usati, perché l’industria degli armamenti deve guadagnare e perché, quando un’economia è militarizzata, non si può interrompere la produzione di armi dall’oggi al domani.
E chi andrà a combattere? Si sentono già voci che vorrebbero il ripristino della leva obbligatoria, tornare al fronte per difendere la nostra libertà! Ma da chi? Da quei nemici che abbiamo creato ad arte per poterli poi combattere e distruggere.
I lutti e il dolore che tutto questo ha provocato e sta provocando sono inaccettabili e devono esserci da avvertimento per quello che anche noi potremmo dover affrontare in un prossimo futuro.
Tutto questo è ormai però evidente, chiaro, sotto la luce del sole e solo una presa di posizione importante, clamorosa, disturbante per il “Sistema” potrà dare una svolta alla situazione che stiamo vivendo.
Sinceramente non credo che rimanga molto tempo per poter agire prima che questi pazzi che ci stanno portando alla guerra abbiano preso il controllo assoluto delle nostre vite.
Non dobbiamo permetterlo in nessun modo e possiamo farlo solo adottando mezzi di protesta e di resistenza civile.
Spero che questa mia riflessione possa servire a qualcosa, a smuovere chi ancora pensa che tanto le cose sono sempre andate così e non possiamo farci nulla: non è vero, ma è quello su cui contano i gruppi al potere per continuare a fare indisturbati i loro interessi.
Un Raggio di Luce
Fondazione ETS
Il Presidente
Paolo Carrara
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