Quando si discute di Cooperazione Internazionale emergono spesso due stereotipi.

La prima domanda che ci si sente rivolgere è sempre: “Vieni pagato? È un vero lavoro?” – La risposta è affermativa. Sebbene nell’ambito umanitario ci siano molti volontari e missionari religiosi, che, chiariamolo subito, realizzano un’attività encomiabile, la spina dorsale del mondo della cooperazione è formata da lavoratori estremamente qualificati e professionisti del settore: medici, antropologi, agronomi, addetti stampa, gestori di progetto e molti altri.

La seconda domanda, invece, arriva puntuale dopo che un cooperante è coinvolto in un qualche incidente: “Ma che ci è andato a fare? Perché non è rimasto a casa?”.

Ricorderete come questa domanda emerse dopo il rapimento di Simona Torretta e Simona Pari, il sequestro di Silvia Romano, l’uccisione di Mario Paciolla e tanti altri casi simili. Casi che, peraltro, sono in preoccupante aumento: il 2024 è stato l’anno con maggiori violenze di sempre perpetrate ai danni di cooperanti.

Evidentemente nessuno ricorda più il detto “non sparate sulla Croce Rossa”.

Ma i cooperanti vittime di questi atti di violenza non sono andati sul terreno per un vezzo. Ci sono andati per svolgere il proprio lavoro. Nessuno, giustamente, criticherebbe un pompiere per aver subito un’ustione, un poliziotto per avere ricevuto uno sparo, un medico per aver contratto un’infezione durante un’operazione. Stavano semplicemente svolgendo il proprio lavoro, mentre cercavano di aiutare gli altri, con spirito di servizio.

Lo stesso accade per i cooperanti. Lo stesso è accaduto ad Alberto Trentini. Alberto è in carcere in Venezuela da più di un anno. Senza nessun capo di accusa formale. Stava solo svolgendo il suo lavoro. Stava “solo” aiutando gli Altri.

In occasione del secondo Natale lontano dalla sua famiglia, la Fondazione Un Raggio di Luce vuole esprimere solidarietà ad Alberto Trentini e alla sua famiglia, nella speranza che torni presto in Italia e che il Governo italiano si attivi con maggiore efficacia per garantirne il ritorno in Patria.